Ad agosto 1975 gli italiani dovettero fuggire dall’Eritrea. Il Derg, formalmente rinominato in Consiglio provvisorio militare amministrativo, rovesciò nel settembre del 1974 il governo dell’Impero d’Etiopia e dell’Imperatore Hailé Selassié durante proteste di massa, rendendo illegale la monarchia e adottando il marxismo-leninismo come ideologia politica.
Fino dal 1971 la comunità di Asmara, specie quella dei Concessionari agricoli, aveva avanzato richiesta al Governo italiano di rimborsare agli italiani il controvalore dei loro beni, che potevano essere defalcati dagli ingenti finanziamenti della Cooperazione che l’Italia elargiva a piene mani. Dopo la caduta di Hailè Selassiè i finanziamenti italiani continuarono, tra i quali i 4.000 miliardi di Lire concessi al Derg per combattere la carestia ed invece dirottati all’acquisto di armi per combattere contro l’Eritrea.
Quando i 5-6mila italiani rimasti in Eritrea capirono che non avrebbero avuto nessun futuro per i loro figli, decisero che fosse giunto il momento di rimpatriare. Ad Agosto 1975 Asmara era spettrale: in tutti i quartieri di Asmara non c’erano più italiani. I pochi che decisero di rimanere si rifugiarono in Cattedrale, nelle chiese, nei collegi, perchè iniziarono i bombardamenti. Gli italiani si dovettero accontentare di 1/10 di indennizzo dei loro beni, che fu dato solo a quelli che riuscirono a presentare una documentazione ineccepibile sulle proprietà. Dal 15 Novembre 1869, quando fu acquistata la baia di Assab, erano passati poco più di 100 anni.
Gli etiopici non consentirono ad effettuare i ponti aerei diretti dall’Eritrea con l’Italia, perchè bisognava prima passare per Addis Abeba. Gli aerei servivano per trasportare truppe etiopiche. “Ciao Asmara, Ciao” lanciava nell’etere l’ultimo messaggio di Radio Marina.
Ecco alcune testimonianze di chi visse quei tristi e pericolosi giorni dell’agosto 1975 che si prolungarono fino alla fine dell’anno.