Terminato il ciclo di studi universitari la voglia di partire all’estero può essere forte. Trasferirsi alla volta di un nuovo paese, scoprire la sua storia e la sua gente, è intrigante e ci rende liberi di crescere. Questo sentimento di scoperta oggi assume un aspetto ancora più rilevante se prendiamo in considerazione i tanti giovani laureati italiani che ogni anno lasciano il proprio paese per andare a cercare lavoro in un altro stato europeo. Qui l’esplorazione romantica lascia il posto ad una instabilità lavorativa ancora abbastanza reale da nord a sud d’Italia, motivo per il quale è in aumento la propensione a lavorare fuori dai confini nazionali.

In quanti nel vecchio continente?

Insomma non ci si pensa due volte a fare i bagagli e andare a cercare fortuna fuori casa. Almeno stando ai dati forniti dal rapporto 2017 di Almalaurea, la cosiddetta fuga dei cervelli non sarebbe un fenomeno in arresto, anzi, è tendenzialmente predisposta ad aumentare: su 270mila nuovi laureati presi in esame, il 49% di questi si dichiara pronto a lavorare all’estero. Non c’è di che meravigliarsi ovviamente in un momento in cui la ricerca del lavoro è sempre più orientata verso i restanti paesi dell’Unione Europea. Oltre la metà dei cittadini italiani, d’altronde, risiede in Europa (53,8%), con una percentuale di giovani superiore al 36%.

I criteri di scelta degli italiani all’estero

Ma partire alla ricerca di un lavoro in un altro stato europeo è una scelta che racconta quanto si è determinati a trovare la propria strada nella vita, ed è un’opportunità che in molti prendono in considerazione. Ma quali sono i paesi europei a più alto tasso di occupazione? Quelli cioè che forniscono a noi italiani maggiori opportunità di crescita professionale? Sempre secondo il rapporto Almalaurea 2017, a cinque anni di distanza dal titolo, oltre l’80 % dei lavoratori italiani all’estero è occupato in Europa: il 19% nel Regno Unito, il 12% in Svizzera e in Germania, il 10% in Francia, il 6%in Spagna. E’ al ‘vecchio’ continente, dunque, che si guarda come ormeggio di salvataggio quando vogliamo mollare tutto senza fuggire troppo lontano. Anche lo stipendio medio che è possibile guadagnare in questi paesi non è poi malaccio: parliamo in media di un guadagno di circa 2.202 euro mensili netti, rispetto ai 1.300 euro guadagnati dai laureati magistrali che hanno preferito ‘giocare’ in casa.

Da dove cominciare prima di partire?

Prima di emigrare alla volta di un paese amico è bene informarsi preventivamente sulle aziende che cercano candidati con il nostro profilo di studi. Molti sono i siti che ci danno una mano in questo. Fate una buona ricerca in internet e provate, ad esempio, a dare un’occhiata a portali come Eures (portale europeo per la mobilità professionale), Cliclavoro (portale del Ministero de Lavoro e delle Politiche Sociali), o ancora Your First Eures Job (progetto legato a Eures e patrocinato, tra gli altri, dal Ministero del Lavoro); tre buoni esempi che interagiscono con tutti i target, in particolare lavoratori e datori di lavoro. Una volta individuate le offerte di lavoro attive preparatevi a scrivere un buon curriculum in inglese con annessa lettera di presentazione da allegare alle candidature. In caso contrario vale sempre il vecchio motto per cui “prendo tutto e parto”: i più temerari, accontentandosi di un primo lavoretto di sostentamento in pub, bar, ristoranti, in un mesetto o poche meno possono farcela.

Paese che vai…

Le destinazioni privilegiate dei nostri connazionali in Europa sono Regno Unito, Svizzera, Germania, Francia e Spagna. Paesi a noi vicini territorialmente e culturalmente ‘preparati’ ad accogliere, oramai da tempo, giovani lavoratori italiani. Se si esclude forse l’Inghilterra della Brexit, l’unica che a livello burocratico potrebbe causarvi oggi qualche difficoltà di soggiorno, tutti gli altri stati sono abbastanza ‘amichevoli’ se si considerano le possibilità di occupazione. Tuttavia, però, il mercato del lavoro nella capitale inglese e in tutto il paese pur essendo molto selettivo offre davvero tanto. L’economia della Svizzera e della Germania, poi, sono tra le migliori del continente: la prima con un tasso di disoccupazione pari al 4,7% e la seconda con il 3,9% rendono queste nazioni come due delle più ambite dagli italiani in cerca di lavoro. In Francia la qualità della vita (in termini di tutela lavorativa, sanità, ecc.) è molto alta e anche la macchina amministrativa funziona bene. Ma badate bene agli affitti esosi e alla ricerca di una casa, molto spesso è necessario presentarsi alla visita di richiesta affittuaria con un dossier completo dove si indica quanto si guadagna o ancora chi fa da garante in caso di difficoltà. Altra Mecca dei giovani italiani a caccia del primo impiego è la Spagna. Le stime non ufficiali parlano di almeno 40mila nostri connazionali solo a Barcellona. Con tassi di disoccupazione fra i più alti in Europa, la Spagna ha comunque delle risorse che possono aiutare il riscatto economico che merita sebbene il pellegrinaggio italiano verso i paesi spagnoli abbia subìto – nell’ultimo decennio – una battuta d’arresto. Tuttavia il settore turistico resta un ottimo sbocco lavorativo per gli italiani. Non vi resta che scegliere e ponderare bene la partenza, sempre, sulla base delle proprie competenze e inclinazioni personali…e in bocca al lupo!