Si è celebrata nella giornata del 25 novembre la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Piazze italiane piene a testimoniare l’attenzione alta verso il problema della violenza contro le donne.
A pochi giorni dal femminicidio di Giulia Cecchettin che ha scosso tutta Italia, ha richiamato nelle piazze italiane tantissime persone: Il Colosseo a Roma è stato illuminato di rosso, colore simbolo contro la violenza alle donne, e la presenza nella capitale, secondo gli organizzatori era di circa 500 mila persone. Nella città di Milano si registrano 30 mila partecipanti al corteo; cortei anche in tanti altri capoluoghi di provincia.
La giornata internazionale contro la violenza sulle donne è stata istituita dall’Onu nel 1999, in ricordo delle tre sorelle Mirabal, deportate, violentate e uccise il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana.
Le sorelle Miraball nacquero fra il 1924 e il 1935. Fin da ragazzine si batterono contro la dittatura di Rafael Leonidas Trujillo. Fondarono il “Movimento Rivoluzionario del 14 giugno”, con il quale chiedevano democrazia per il popolo dominicano e diritti per tutte le donne.
Ma il 25 novembre 1960 le tre sorelle “mariposas” (farfalle) vennero torturate e uccise dai sicari di Trujillo (il dittatore del Paese) e i loro corpi gettati in un dirupo per simulare un incidente. L’indignazione per la loro morte, che nessuno credette accidentale, sollevò un moto di orrore sia in patria che all’estero, ponendo l’attenzione internazionale sul regime dominicano.
I simboli contro la violenza donne, sono le scarpe e le panchine rosse. Le scarpe rosse rappresentano la battaglia contro i maltrattamenti e femminicidi e la loro storia nasce in Messico, a Ciudad Juárez, città tristemente nota per il numero sconcertante dei femminicidi avvenuti negli ultimi vent’anni.
La panchina rossa oggi viene utilizzata per dire no alla violenza, e nello specifico alla violenza domestica, per sottolineare come la violenza sulle donne avvenga spesso in contesti familiari alle vittime.